Una Gita al.....

Ricetto di Candelo
- Biella -

Pasqua è passata e pasquetta è arrivata; quest'anno pasquetta coincide con il pesce d'aprile, ma non è un pesce d'aprile quello che propongo alla famiglia per una gita "fuori porta"... normalmente nelle "feste comandate" evitiamo di buttarci per strada, ma quest'anno il mio sesto senso mi dice che di code non ne faremo molte, quasi nessuna, e così in tarda mattinata, complice anche il tempo atmosferico che rimane sospeso tra una promessa di pioggia e un sereno più coperto che sereno, carichiamo la macchina e puntiamo la prua verso ovest, sulla A4... direzione Torino.

La strada scorre veloce sotto le ruote e in poco più di un'ora raggiungiamo la nostra uscita, al casello nessuno davanti e per strada, a volte alla folle velocità di 30km/h raggiungiamo l'abitato di Candelo, alle porte di Biella e poco dopo siamo al... Ricetto.

Il Ricetto di Candelo è un quartiere fortificato risalente al XIII-XIV secolo, poco dopo l'età dei Comuni, ma non si tratta di un quartiere "abitativo", bensì di un deposito di generi alimentari, stipati in circa 200 celle oggi quasi tutte di proprietà privata e riattate ad atelier di artisti, botteghe artigianali o esposizioni. Costruito dalla gente del posto (e di proprietà della comunità) con i sassi prelevati dal fiume Cervo, gli edifici sono realizzati con una struttura a spina di pesce, struttura semplice e raffinata allo stesso tempo realizzando un sistema di geoarchitettura minimalista ed ecologica.

La costruzioni sono generalmente a due piani, ma siccome lo spazio era importante al secondo piano si accedeva dall'esterno mediante l'uso di scale a pioli; oggi le celle riadattate sono state dotate di scale interne, ma il complesso è rimasto pressocchè intatto ed ad oggi quando si parla di sistemi di stoccaggio fortificato, il Ricetto di Candelo è per antonomasia il "Ricetto". I moduli sono standardizzati con un locale al piano strada e uno al piano rialzato; al piano strada normalmente veniva stoccato il vino e le granaglie occupavano il piano rialzato.

Il Ricetto fortificato occupa una superficie di circa 13.000 m2 e la cinta muraria corre per circa 470 metri, è di forma pseudopentagonale munito di torri e misura approssimativamente 110 metri per 120 metri, il sistema di scolo delle acque è alquanto interessante e ingegnoso: dall'ingresso alla torre di cortina vi è un dislivello di 5 metri, l'acqua viene convogliata al centro della strada, che qui si chiama, con un termine di origine francese, "rua, e si scarica nel collettore centrale che la porta fuori del Ricetto verso il fiume; al centro di ogni isolato è realizzata, poi, una intercapedine di poche decine di centimetri, assolutamente insufficiente a permettere il transito ad una persona, detta intercapedine, chiamata "chintana", presenta anche questa una certa pendenza e raccoglie le acque di scarico di ogni singola cellula, la pioggia poi pensa a ripulire la zona.

Il sistema del ricetto, funziona, eccome, ed ecco che nel 1499 il conte Sebastiano Ferrero ritenne che la gabella sul ricetto non fosse adeguata, richiedendo un congruo aumento, ma i villici si rivolsero ad un arbitro giudicante, che riconobbe il diritto di questi ultimi, al conte non rimase che accontentarsi di avere un palazzo, abitabile, nel Ricetto, un po' più alto degli altri edifici, a guisa di jus, si, ma anche come simbolo di protezione del borgo. Il ricetto infatti sorge in una zona dove non esistevano castelli o altre fortificazioni, sicchè alle scorribande del tempo i villici non avevano altra difesa che ritirarsi all'interno del Ricetto stesso, che ricordiamolo, non era progettato per la stabile dimora.

Concludiamo la visita con un giro delle mura e con il pranzo, quindi dopo pranzo una passeggiata a valle verso un canale e la Riserva Naturale Orientata delle Baregge, area con particolari caratteristiche geologiche e botaniche, oggi nota come la "Savana del Biellese".

Ma il tempo (sia cronologico ma più ancora quello atmosferico) ci fa propendere per un rientro verso casa e così, nel tardo pomeriggio, rieccoci a "Milano Ovest", dove al casello... nemmeno una macchina in coda.

Pasquetta è passata, e presto saremo di nuovo al nostro solito tran-tran, ma sempre pronti a cogliere la palla al balzo per una nuova avventura.



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19 aprile 2008
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